raccontami una storia…

il fascino del racconto delle scoperte geografiche e della vita degli uomini “illustri” può battere quello dei supereroi…

Nanni ha un po’ di febbre e io gli faccio compagnia per qualche ora al giorno. Nel comporre un puzzle che rappresenta il planisfero dico “Questo è la Terra del Fuoco e allora sta qui” Nanni “Come la Terra del fuoco?” Racconto l’origine del nome “dovuto ai fuochi accesi dagli indigeni visti dai primi europei che passavano di lì al comando di Ferdinando Magellano” è interessatissimo e anche  incredulo che non si sapesse cosa c’era lì (lì sarebbero le Americhe!) . “Ma te sai niente di un certo Cristoforo Colombo?” “Non mi pare… mi racconti?” Gli racconto la faccenda della ricerca della via per l’India (“ma perché ci volevano andare?” ) nomino fortunosamente Marco Polo (“ma te la sai la storia, me la racconti?” Ce lo appuntiamo per dopo) della terra piatta o no, della decisione di provare andando verso ovest, ” terra terra!”, dell’equivoco all’arrivo… le Indie, gli indiani… Amerigo Vespucci…899ab7e83aa1a8332b19109233b183fe_six_columnRacconto in modo sommario, semplice e anche leggero, ma per quanto mi è possibile corretto, e vedo nei suoi occhi un grande interesse.Chiedo io un po’ di riposo soprattutto per non sciupare il piacere e anche per sottolineare che bisogna cercare nei libri le informazioni più ampie e corrette. Ha chiesto altre puntate: sulla espansione dei romani…”ma perché non sono arrivati fino a Pechino?” ; il Vallo di Adriano e la decisione dei romani di chiudere di là i popoli che non riuscivano a sottomettere lo fa anche ridere molto.

E poi l’Africa, il  Nilo “Ma Cleopatra…” i deserti che attraversò Marco Polo…Smetto di accennare ad altri personaggi o eventi perché dobbiamo prendere fiato; lui vorrebbe subito sapere tutto come se bastasse un click.

Ho riflettuto sul fatto che alla sua età (ha poco più di 7 anni ) noi fratelli nell’orizzonte ristretto di un paesino di montagna nell’immediato dopoguerra, leggevamo gli unici libri presenti in casa e che babbo aveva “salvato” seppellendoli nell’orto durante il “passaggio del fronte” della guerra (cosa che vedeva fare ai vicini i quali però seppellivano i corredi e gli ori).

Erano le storie dei pirati e dei corsari, dei Salgari, ma soprattutto le storie degli esploratori antichi, le vite dei condottieri, degli inventori… dei ”Grandi Uomini”  insomma (che delle donne ancora… giusto Jolanda la figlia del Corsaro nero!). Vivevamo il nostro desiderio di avventura nei racconti di persone vere, alle prese con le difficoltà vere, in questo mondo qui.

Nanni ha una biblioteca ricchissima più vasta anche di quella di tanti adulti, ma per quanto scelti con attenzione la tipologia dei libri di avventura per ragazzi per la gran parte ha per tema la fantasia e anche magia, i superpoteri sono alla portata di quasi tutti e in fondo non si fa una gran fatica a superare le difficoltà…AlieniNell’interesse per le mie storie sembra manifestare quasi un bisogno, un desiderio di figure eroiche grandi ma attendibili. O forse è solo che a furia di sentire raccontare di super qui e super là, mostri terribili battuti da super mostri ancora più terribili, mondi alieni, poteri disumani, armi definitive supermegaeccezionali ecc ecc le mie storie di gente che fatica, si arrabatta, addirittura ci muore (di Magellano gli ho detto, ci è rimasto male e il fatto che abbia dato il nome allo stretto non gli è sembrata gran cosa), di eroi che si sbagliano, che tornano indietro, che si adattano alla situazione per superarla fidando nel proprio ingegno e non nella magia gli sono sembrate nuove e interessanti…

Intanto io mi preparo, ripasso i particolari interessanti e saporiti, tengo da parte i Mongoli e Gengis Khan e  Tamerlano, i Maya, Toro seduto, Fleming, Guglielmo Marconi, Schliemann,  Alessandro Magno, Troia, Ulisse,…. ma soprattutto, quando sarà in grado di accettarla, la storia di Leonida e delle Termopili.Schermata 2017-10-20 alle 10.30.09

un ricordo di Matera

un oggetto raro ricevuto in dono di cui sono sempre grata

Prima di ripartire da Matera ogni volta immancabilmente facevo scorta di prodotti locali al mercato e nel negozio di alimentari più fornito come per portarmi via un po’ dei sapori di Matera, primo fra tutti quello, unico, delle salsicce “lucane” al finocchietto e poi taralli di vari sapori, vino, pasta…

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La vetrina di questo negozio centralissimo, che mi pare esista ancora, il Buongustaio, una volta era decorata da una meravigliosa composizione di spighe di grano intrecciate, di quelle che un tempo si mettevano a protezione delle messi nei campi. Anche nella campagna romagnola della mia infanzia si usava intrecciare qualche spiga a forma di croce, ma questa era un’altra cosa, una vera meraviglia, un capolavoro complesso e originale.

treccia

Ho chiesto da dove venisse e dove potevo procurarmene una:  “Mi dispiace, non le vendono, queste le intreccia mia nonna, da sempre” fu la risposta del salumiere. Ero molto delusa, ma pazienza… però… era così meravigliosamente bella, un’ opera d’arte delle abili mani di una donna semplice che aveva espresso una sapienza antica nell’ intrecciare questo oggetto simbolo di fede e augurio di abbondanza.  Finisco la spesa, facciamo il conto, pago, prendo le borse e… anche la treccia che il salumiere mi porge con un sorriso insistendo perché io lo accetti… Capirai, non desideravo altro! Mi sono schernita, ma con poca convinzione…

Da allora (saranno forse venti anni) la treccia troneggia nell’ingresso della nostra casa e svolge qui la sua funzione apotropaica; quasi ogni volta che la vedo ripenso alla straordinaria bellezza di quel dono, generoso e gratuito, come sono i doni veri.

Anche le suore sono donne…

Abitavo in un piccolo paese dell’Appennino romagnolo e  sono dovuta andare in collegio di suore a Forlì per poter frequentare le Magistrali. Di quegli anni ho molti ricordi, spesso non piacevoli. Naturalmente le suore, specie quelle che seguivano noi studentesse, avevano una importanza enorme nella nostra vita dato che erano “il potere”.

È stato allora che ho scoperto che le suore sono come tutte le persone: ce ne sono di gentili e di scostanti, di dolci e di perfide, di simpatiche e di acide, di serene e di sempre insoddisfatte… insomma come tutti, solo che lì dentro il genere di suora che ti capitava come “educatrice” poteva influire sulla tua vita e magari renderla… agra.

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Suor-Vittoria-Margherita (tutto attaccato perché se non dicevi tutto in fila ti guardava attraverso, come se non avesse sentito…) suora giovane e perfidissima ce l’aveva con me. Ammetto che ero difficile, ma anche la mia vita lo era.

Si andava a scuola all’Istituto Statale per fortuna, fuori. Primo trimestre, si portano le valutazioni da firmare. La SuorTeresaMargherita legge ad alta voce i voti di altre studentesse, ognuna con almeno una insufficienza e lei le loda poi arriva ai miei voti;  ero l’unica senza insufficienze anzi con anche dei sette/otto. Silenzio totale. Ingoio la cattiveria con fatica.

Le suore cappellone intente a ricamare all'interno dell'Istituto Santo Stefano di Porto Potenza Picena. Fototeca Comunale Bruno Grandinetti.
fototeca Porto Potenza Picena

Poco dopo mi chiama la Madre Superiora nel suo studio… Oddio e che è successo?? Una convocazione simile metteva ansia: problemi a casa, qualcosa di sbagliato che avevi fatto… Quell’anno la Madre Superiora, Suor Vittoria,  era una donna eccezionale per essere una suora e per di più la più “potente”. Mi dice che ha saputo dei miei bei voti (chissà come l’aveva saputo!) e voleva farmi un regalo perché era fiera che una “sua studentessa”  si facesse così onore per cui: ” Dimmi cosa preferisci, magari una catenina o un braccialetto d’oro…” .  Io ero stupitissima… . “A dire la verità Madre sono preoccupata perché la mia borsa di studio quest’anno è troppo piccola e non basterà a pagare la retta per tutto l’anno allora… se magari non chiedo troppo… se potesse cancellarmi un mese…”

Mi guardò come se avessi due teste  poi prese il registro delle rette mensili e  con un tratto deciso cancellò tre mesi… È stato l’inizio di una curiosa collaborazione di cui mi farà piacere raccontare.

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Pochi giorni dopo ci comunicarono che la Curia aveva indetto una gara di Catechismo, chi voleva partecipare… a me non importava proprio niente della gara e del catechismo ma sapevo che la Madre Superiora ci teneva perché il Vescovo snobbava un po’ il nostro collegio. Mi sono iscritta, ho vinto uno dei premi! La Madre Superiora mi accompagnò in Curia a ricevere il premio: una noia mortale ma per me fu un grande piacere vedere Madre Vittoria fare la ruota e arrossire ai complimenti di Sua Eminenza. Era valsa la pena di studiare un po’ di formulette!

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N.B.:Le immagini sono prese dal Web, che ringrazio

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