alunni in posa

Scartabellando fra le vecchie carte ho trovato queste foto di tre classi elementari che mi riguardano.

foto d'epoca copia

nella prima sono una alunna, la seconda da sinistra in prima fila. Facevo la terza elementare, era il 1951, in primavera….non avevo ancora 8 anni

foto d'epoca 4

nella seconda sono la maestra e questi sono i miei primi alunni, anno scolastico 1964- ’65.

l'ultima classe copiaNella terza foto, dell’anno scolastico 1998-99 io sono una delle due maestre, quella coi capelli corti e questi sono i miei ultimi alunni.

lezione di democrazia

1936136
una scolaresca degli anni ’30

Da insegnante, anzi da maestra elementare, ho sempre avuto la passione di proporre ai ragazzi come funzionano le cose, in specie quelle che decidono della nostra vita e che di solito restano estranee e misteriose come le istituzioni.
Lavorare in una scuola a tempo pieno nei suoi anni più gloriosi aiutava moltissimo: si poteva inventare e realizzare programmi originali con l’aiuto dell’amministrazione comunale che allora offriva un supporto davvero straordinario
Insomma con una classe (forse una  V^, non so più quale) decidiamo di andare ad assistere ad un Consiglio Comunale che iniziava nel primo pomeriggio.
Avviso i genitori che alle 16,30 cioè alla fine delle lezioni  accompagnerò i bambini in Municipio e li prego di venirli a riprendere lì alle 18.

Il-Comune-di-Jesi
il portone del Palazzo Comunale di Jesi

Già l’ingresso nell’atrio del palazzo, con le sue lapidi che celebrano diversi momenti della storia della nostra città riempiono i bambini di curiosità e di domande, poi lo scalone e l’ingresso nella sala Consiliare che indubbiamente colpisce la fantasia dei bambini, con gli affreschi, gli stucchi e gli scranni ottocenteschi.
Insomma ci sistemiamo ordinatamente nella parte del pubblico intanto che cominciano ad affluire sui banchi i consiglieri e sui banchi della Giunta gli Assessori e il Sindaco, un sindaco glorioso e molto amato: Aroldo Cascia.
Io sottovoce spiego chi sono, quale é il loro ruolo e perché ognuno si siede in un certo posto. All’improvviso arrivano i commessi che portano delle sedie: sono  per noi, ordine del Sindaco. I ragazzi sono fieri, consapevoli che é stata una cortesia nei loro confronti.… poi arriva la copia dell’ordine del giorno per me in modo che possa illustrarlo a tutti.

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l’aula consiliare in funzione (foto attuale)

Inizia la seduta e…
” Credo di interpretare il desiderio di tutto il Consiglio Comunale se all’inizio di questa seduta porgo il saluto di tutto il Consiglio ai nostri piccoli concittadini che sono qui a vedere come si realizza la nostra democrazia…”
Applauso dei Consiglieri!
I bambini sono emozionatissimi
“dice a noi, parla di noi! ”
Io sono commossa… Ci sentiamo davvero parte di un rito civile di grande importanza.
Ma l’episodio che più ha significato nella formazione di quei bambini è stato l’andamento della discussione sul primo punto, l’unico  di cui potevamo seguire la discussione.
Dopo uno scambio vivace di opinioni fra maggioranza e opposizioni si passa al voto e alcuni partiti di opposizione votano a favore….
Per noi é ora di andare, ma i bambini vogliono discutere: sono scandalizzati per il fatto che le opposizioni abbiano votato a favore…
“Come sarebbe a dire? Se sono all’opposizione si devono opporre, devono dire di no
“Così hanno fatto comunella”  “Non sono stati seri: se sei contro sei contro!”
Insomma avevano da discutere molto così poi in classe abbiamo ripreso il discorso sul perché  di un accordo che alla fine era stato trovato fra parti con visioni diverse. Decisiva é stata la riflessione di uno di loro che disse pressapoco:
– Noi ragioniamo come nei nostri giochi: secondo noi dovrebbero dire  “no no e no” e intignarla e invece loro ragionano e si vanno incontro.
Che meravigliosa lezione! Se avessi potuto scegliere io non avrei saputo creare una occasione migliore per esemplificare la saggezza necessaria a chi amministra…
IAnche per  alcuni  genitori fu utile: quelli che erano arrivati presto a prendere i bambini commentarono:
“Non avevo mai assistito al Consiglio Comunale…”
” È molto interessante…”
“Non sapevo che fosse pubblico…”

E magari chissà quante volte  avevano criticato “l’amministrazione”…

una storia di anarchia

Quando facevo la maestra andavamo spesso in giro per il quartiere intorno alla scuola, con un pretesto o un altro, tanto comunque c’era sempre qualche cosa su cui indagare e tanto da imparare.

In uno di questi giri incontrammo l’indicazione della Via R.Frezzi e i ragazzi mi chiesero chi fosse stato. Ne venne fuori una “indagine” su: “a chi si chiede?” . Risposta: al Comune! Lettera, attesa, risposta telefonica un po’ imbarazzata, a me ” Era un bombarolo, un anarchico” Ai ragazzi che avevano 8/9 anni raccontai una verità meno faziosa e passammo ad altri interrogativi. Anni dopo sono venuta ad abitare proprio diffronte alla tabella che indica Via Frezzi e questa mattina sono stata incuriosita da qualcosa di insolito: alla targa é stato legato un mazzo di garofani rossi legati con un bel nastro con la dicitura “Gli Anarchici di Jesi”. Da anni ormai i garofani rossi non si usano più e la cosa mi ha molto incuriosito.

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Gli anarchici jesini ancora esistono e sono attivi, proprio in questo periodo è aperta la loro mostra annuale dell’editoria libertaria ma è la prima volta che vedo un omaggio floreale ad uno dei loro caduti così sono andata a cercare nella benemerita Wikipedia (che sempre sia lodata e magari anche sostenuta con qualche euro) e ho scoperto così che non era affatto un “bombarolo” ma che è morto perché era anarchico e aveva una fotografia che lo ritraeva in un gruppo dove c’éra anche Acciarito, l’attentatore di Umberto I°.  Morì dopo l’arresto e la polizia, dopo aver sostenuto che si era suicidato dando testate nel muro (!!!),  affermò che si era gettato dalla finestra. L’autopsia trovò ben altro come si racconta qui dove tra l’altro si ricorda la somiglianza con il caso Pinelli.

Mi dispiace di non poter raccontare ai miei alunni di allora quella verità che allora non sapevo e non potevo cercare su wiki…

GAROFANO

 

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