Fra le tante cose che ci siamo portati dietro per tanti anni c’era anche un bidone di pezzetti Lego, tanto amati dalle figlie ma ormai relegati fra i ricordi e non più toccati forse da trenta anni. Erano pezzi base, mattoncini di misure e colori diversi, tetti, finestre e porte… insomma elementi da usare inventando.
Quando ancora Nanni era piccolo li abbiamo resuscitati e piano piano ha incominciato ad appassionarsi. Nel frattempo però la Lego ha cambiato politica di vendita così che adesso si acquistano scatole che servono a fare solo quel certo “coso” lì e non altro, con le istruzioni allegate. Ne vengono fuori delle costruzioni immobili, quasi dei compiti da eseguire che poi restano dimenticati a impicciare e a prendere la polvere.
Studiando il catalogo ho scoperto e ordinato una scatola detta CLASSIC, con una gran varietà di pezzi, più di 400, dalle forme le più varie che non sono finalizzate a nessun progetto preciso.
Si direbbe che abbiano messo qui dentro gli avanzi di una quantità di altre scatole: ruote, ingranaggi, piccolissime piastrelle… un vero tripudio di varietà e anche di colori. C’è persino un sacchetto di pezzi rosa, viola, fucsia!!! È stato un successo travolgente.
Ha inventato di tutto e continua a costruire, collegare, modificare quelle che sono le strutture della “nostra base”. È tutto piccolissimo, ma molte sono le strutture che si muovono, ruotano, si aprono e chiudono. Torna da scuola con in mente una modifica e ha fretta di metterla in pratica… L’aspetto della “base” è piuttosto movimentato e confuso ma per lui ogni pezzettino ha una sua funzione e un significato.
In quel minuscolo mondo il piacere di inventare è padrone: niente progetti prefabbricati e guide da seguire. La tradizione vera del lego, la sua forza, ha vinto ancora.