Lego un gioco sempre nuovo

DSCN6140Fra le tante cose che ci siamo portati dietro per tanti anni c’era anche un bidone di pezzetti Lego, tanto amati dalle figlie ma ormai relegati fra i ricordi e non più toccati forse da trenta anni. Erano pezzi base, mattoncini di misure e colori diversi, tetti, finestre e porte… insomma elementi da usare inventando.

Quando ancora Nanni era piccolo li abbiamo resuscitati e piano piano ha incominciato ad appassionarsi. Nel frattempo però la Lego ha cambiato politica di vendita così che adesso si acquistano scatole che servono a fare solo quel certo “coso” lì e non altro, con le istruzioni allegate. Ne vengono fuori delle costruzioni immobili, quasi dei compiti da eseguire che poi restano dimenticati a impicciare e a prendere la polvere.

Studiando il catalogo ho scoperto e ordinato una scatola detta CLASSIC, con una gran varietà di pezzi, più di 400, dalle forme le più varie che non sono finalizzate a nessun progetto preciso.

Si direbbe che abbiano messo qui dentro gli avanzi di una quantità di altre scatole: ruote, ingranaggi, piccolissime piastrelle… un vero tripudio di varietà e anche di colori. C’è persino un sacchetto di pezzi rosa, viola, fucsia!!!    È stato un successo travolgente.

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Ha inventato di tutto e continua a costruire, collegare, modificare quelle che sono le strutture della “nostra base”. È tutto piccolissimo, ma molte sono le strutture che si muovono, ruotano, si aprono e chiudono. Torna da scuola con in mente una modifica e ha fretta di metterla in pratica… L’aspetto della “base” è piuttosto movimentato e confuso ma per lui ogni pezzettino ha una sua funzione e un significato.

In quel minuscolo mondo il piacere di inventare è padrone: niente  progetti prefabbricati e guide da seguire. La tradizione vera del lego, la sua forza, ha vinto ancora.

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motti di famiglia

I motti di una famiglia sono molti perchè molte sono le situazioni e le persone.

Dunque nella nostra ce n’é anche uno che appartiene a V. che l’ha creato.

E’ in dialetto romagnolo riminese e dice:

“e po es enca un ben” e cioé “potrebbe anche essere un bene”

In tempi difficili per la nostra famiglia quando ci si barcamenava a fatica fra i debiti e le difficoltà del lavoro ogni tanto capitava qualcosa che.. peggiorava la situazione.

Allora ci sentivamo a terra ed ecco V. che con la flemma che lo caratterizza da sempre esclamava il suo “E po es enca un ben” e, fra i vaffa generali, era anche capace di spiegarci il perché;  ogni volta ci dimostrava in che modo, cambiando punto di vista, quello che poteva sembrare un evento drammatico avrebbe potuto rivelarsi un’opportunità.

Sua moglie lo ha minacciato più volte di tirargli delle stoviglie se si fosse azzardato a dirlo, ma piano piano abbiamo imparato a rispettare l’atteggiamento di V. , a pensare anche noi in modo creativo, a dire anche noi, sorridendo, che “e po es enca un ben”, insomma forse le cose non sono poi così brutte come sembra..

Non è stato sempre vero, non ha funzionato proprio sempre, ma ci ha aiutati molto molte volte.

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