beata ignoranza

Parecchi anni fa mi capitava di andare ogni paio di mesi a Firenze all’ostello Santa Monica dove partecipavo a lunghe, serissime e faticose riunioni.
A volte per riposarmi andavo a fare due passi verso la Piazza del Carmine e mi sedevo sui gradini della chiesa.

3684781.jpgLa facciata di questa chiesa era davvero poco attraente, ma sedendo lì mi accorsi che era molto frequentata dai turisti, specie stranieri.
Incuriosita da questo traffico sono entrata una volta e quello che ho visto, l’interno settecentesco un po’ qualunque, mi ha fatto pensare” certo che questi turisti a Firenze vanno a vedere qualunque cosa…” .

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Per fortuna mia una volta sono entrata per sedermi all’interno e così ho scoperto che quella era LA CHIESA DEL CARMINE, cioè quella che contiene la cappella magnificamente affrescata da Masaccio, Masolino da Panicale e Filippino Lippi!

 

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La cappella è completamente ricoperta  dagli affreschi meravigliosi che con il pretesto delle storie di San Pietro raccontano una umanità straordinaria.

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Sono decine di ritratti di persone vere, di volti autentici, di sguardi pieni di consapevolezza.  Un capolavoro straordinario. Di Masaccio il Vasari ha scritto

« Le cose fatte inanzi a lui  si possono chiamar dipinte, e le sue vive, veraci e naturali. »

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Da quella volta appena potevo passavo ore a colloquio con quella straordinaria umanità cercando di farmi perdonare per la mia sciocca e  spocchiosa ignoranza.

a Federico Garcia Lorca, nel giorno del suo compleanno

Qualcuno mlorca.jpgi ha ricordato che oggi, nel 1898, era nato Federico Garcia Lorca. Per me una data importante. Ho amato Lorca come un’adolescente di oggi può amare la star di un complesso musicale alla moda, solo che io mi ripetevo le sue poesie anzichè asoltare in cuffia la musica.

Me lo aveva fatto conoscere, attraverso la voce recitante di Arnoldo Foà, il grande Preside del mio Istituto Magistrale di cui ho parlato qui e da allora i suoi testi poetici erano la mia compagnia di ragazza un po’ strana e poco popolare fra le coetanee…

Leggevo le sue poesie sul libro di Guanda che il libraio mio amico mi lasciava sfogliare. I libri erano costosi, per me troppo!

Il primo lavoro che ho trovato è stato dare ripetizioni di italiano ad un ragazzino delle medie, alla fine del mese sono tornata a casa orgogliosa con il mio gruzzoletto e l’ho consegnato soddisfatta alla mia sorella che mi aveva accolto generosamente nella sua casa, anche se anche lei non aveva molto da scialare.

Lei mi conosceva bene… Mi ha rimesso in mano il “gruzzoletto” dicendomi “Mi sa che in libreria c’é un libro che ti aspetta” Ed é così che è entrato in casa mia il mio primo Garcia Lorca , che tengo ancora come una reliquia

DSCN0149Copier.jpegLo leggo ancora ogni tanto anche se i miei gusti in fatto di poesia sono cambiati, ovviamente, come sono cambiata io in più di cinquanta anni,  ma ancora mi emozionano dei versi come questi

(ES)
« Yo canto para luego tu perfil y tu gracia.
La madurez insigne de tu conocimiento.
Tu apetencia de muerte y el gusto de su boca.
La tristeza que tuvo tu valiente alegría.

Tardará mucho tiempo en nacer, si es que nace,
un andaluz tan claro, tan rico de aventura.
Yo canto su elegancia con palabras que gimen
y recuerdo una brisa triste por los olivos. »
(IT)
« Io canto per dopo il tuo profilo e la tua grazia.
La nobile maturità della tua conoscenza.
Il tuo appetito di morte e il gusto della sua bocca.
La tristezza che ebbe la tua coraggiosa allegria.

Passerà molto tempo prima che nasca, se nasce,
un andaluso così illustre, così ricco d’avventura.
Io canto la sua eleganza con parole che gemono
e ricordo una brezza triste fra gli olivi. »
(F. G. Lorca, Alma ausente)

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