Percezioni extrasensoriali

Se me lo raccontassero io direi: ” non ci credo”  ma é successo,  e proprio a me, non a un mio amico che me l’ha raccontato.
Siamo sul prato della scuola, i ragazzi giocano, io e due colleghe li teniamo d’occhio, chiacchierando di piccole cose.
Ad un certo punto M. mi dice “Com’é che si chiama quel…”
e io senza assolutamente farla finire, senza neanche che dicesse quel che cosa mi sono trovata a rispondere “Satie”
Sono sorpresa del nome, che mi é uscito di bocca mio malgrado; M. ,credo, é stupita e non sa come prendere la mia risposta che precede la domanda.
Poi un silenzio imbarazzato, e tutti che fanno finta di niente.
Ci sono voluti anni perché riuscissimo a parlarne.
Insomma era vero, lei mi voleva chiedere come si chiamava quel musicista particolare, non certo popolare, che ha scritto tanta musica strana, spesso ironica e molto di avanguardia per l’inizio novecento e io che, senza sapere che cosa voleva sapere, lo sapevo.
Non penso di saper spiegare la cosa, neanche adesso a tanti anni di distanza e in fondo me ne importa abbastanza poco.
Quello che é certo é che era  il segno di una intesa molto speciale che ha dato come frutto un’amicizia solida, che sa di poter contare anche sulla possibilità di trovare risposte alle domande non fatte.

Funerale d’inverno

il ricordo di un funerale con musica, sotto la neve…

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Chissà come certe cose capitano, se è per caso o perché un’ entità benigna decide che ci spettano…
Quel giorno quando ho visto che cominciava a nevicare sono andata alla finestra della camera, dall’altra parte della casa, per controllare se le finestre erano a posto.
La finestra a cui mi affaccio dà sul Corso di cui riesco a vedere un lungo tratto rettilineo, stretto fra i palazzetti  del ‘700, ed è così in alto che tutto si vede “in pianta”
Un piccolo corteo sta avanzando con passo lento: davanti la banda che suona la marcia funebre di Chopin poi  una bara che ondeggia appena,  portata a spalle e ancora un piccolo gruppo di persone che percorrono lentamente la strada, sfociano nella Piazza, girano l’angolo sotto una nevicata lieve, a grandi fiocchi lenti.
Il corteo si allontana, la musica si affievolisce e si spegne.
Ma nella mia mente ogni tanto torna questo straordinario funerale a Veniero, appassionato musicista di provincia che ha dedicato tutta la sua vita alla musica, portato a spalle dagli amici, accompagnato dalla  musica, a cui anche la neve ha voluto partecipare.

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